Professore associato di diritto internazionale nell'Università degli Studi di Torino
Alessandro Marazzi nasce
a Milano il 16 gennaio
1926, figlio del conte
avvocato Lodovico e di
Marianna Ghislieri dei
marchesi di Villa della
Torre. La famiglia
paterna è di antica
nobiltà di Crema.
Trascorre la sua
giovinezza tra Milano e
Torino, con una
parentesi di due anni a
Jesi, dove si diploma al
Liceo Classico Vittorio
Emanuele II nel 1944.
Allievo del professor
Giorgio Cansacchi di
Amelia, si laurea in
Giurisprudenza
all’Università di Torino
l’11 luglio 1949, e l’11
luglio 1951 anche in
Scienze politiche,
conseguendo in entrambe
i pieni voti.
Il 16 giugno 1952 è
nominato assistente
volontario alla cattedra
di diritto
internazionale della
Facoltà di
Giurisprudenza
dell’Università di
Torino, il 16 gennaio
1954 diviene assistente
straordinario, e il 16
febbraio 1963 assistente
ordinario. Sono i
passaggi classici degli
esordi della carriera
universitaria in quel
periodo.
Intanto, nel 1955 gli
era stata assegnata la
borsa di studio per
l’Italia del Curatorium dell’Accademia
di diritto
internazionale dell’Aja.
A spese del governo
olandese, Marazzi
ritorna all’Accademia
anche nelle estati del
1956 e del 1957. Conduce
un’intensa attività di
ricerca, che lo porta a
pubblicare – nella
prestigiosa collana
delle Memorie
dell’Istituto Giuridico
dell’Università di
Torino – il volume su
L’apolidia e il suo
accertamento giudiziario
(1958).
Nell’anno accademico 1956-57, viene nominato professore
incaricato di diritto
internazionale nella
Facoltà di Economia e
Commercio
dell’Università di
Torino. Terrà l’incarico
per molti anni, fino al
1972-73. Il suo maestro,
il professor Cansacchi,
è stato a lungo docente
e preside di quella
Facoltà, e ha voluto
accanto a sé l’allievo,
del quale conosce il
valore e l’affidabilità.
Nel fervore europeistico
degli anni Cinquanta si
sviluppano iniziative e
ricerche sulle nascenti
Comunità europee, e il
giovane studioso è
chiamato a svolgere le
funzioni di segretario
delle Commissioni
scientifiche del
Congresso internazionale
di studi sulla CECA, la
Comunità europea del
carbone e dell’acciaio.
Nel 1958 intraprende un
altro importante
percorso della sua vita
accademica, diventando
“titolare aggiunto” di
diritto pubblico alla
Scuola di Applicazione
d’Arma, accanto al
“titolare” Giorgio
Cansacchi. Insieme
conferiranno un grande
impulso allo sviluppo
degli insegnamenti
giuridici a favore degli
Ufficiali allievi della
Scuola, il prestigioso
istituto di formazione
dell’Esercito italiano.
Nel 1960 diviene
professore titolare
della materia, e lo
rimarrà per 35 anni,
fino all’anno accademico
1995-96, quando
indicherà alla Facoltà
di Giurisprudenza
Edoardo Greppi come
membro della Commissione
paritetica Università-Esercito
per i corsi di laurea in
Scienze Strategiche. Nei
decenni della titolarità
dei professori Cansacchi
e Marazzi, l’Esercito
italiano compie i passi
necessari per
incrementare
l’insegnamento di
discipline
universitarie, e poi per
dare vita a veri e
propri corsi di laurea e
di laurea magistrale
“dedicati” alla Forza
Armata, realizzati in un
complesso regime di
convenzioni tra gli
istituti militari
(l’Accademia militare di
Modena e la Scuola di
Applicazione) e le due
Università coinvolte
(Modena e Reggio Emilia,
e Torino). Nei decenni
successivi, gli
insegnamenti saranno
tenuti dai professori
Giuseppe Porro e Silvia
Cantoni, e la Scuola
Universitaria
Interdipartimentale di
Scienze Strategiche
dell’Università di
Torino (SUISS) sarà
presieduta da Edoardo
Greppi, allievo dei
professori Cansacchi e
Marazzi.
Dal 1958 al 1964 Alessandro Marazzi tiene un corso di diritto
dell’emigrazione, per
incarico dell’Istituto
Italiano per l’Africa.
Nel settembre 1959 viene scelto – con altri quattro docenti italiani
– dal Ministero degli Affari Esteri per partecipare al Convegno di Studi Europei organizzato dal Consiglio d’Europa.
Il 1° luglio 1960, con voto unanime della Commissione,
diviene libero docente
in diritto
internazionale, ed è
autorizzato ad
esercitare la libera
docenza dalla Facoltà
giuridica torinese.
Negli anni successivi,
viene più volte nominato
dal Consiglio Superiore
della Pubblica
Istruzione membro della
Commissione giudicatrice
degli esami di
abilitazione alla libera
docenza nelle materie
internazionalistiche.
Dal 1961 al 1963 è professore incaricato di Storia dei
trattati all’Università
di Urbino, nella quale è
anche incaricato di
diritto internazionale
privato e diritto
internazionale fino
all’anno accademico
1969-70. Dall’anno
accademico 1969-70 e
ininterrottamente fino
al 1975-76, Marazzi
tiene l’incarico di
diritto internazionale
nella Facoltà di
Giurisprudenza di
quell’ateneo, ricoprendo
anche quello di
Direttore dell’Istituto
di Relazioni
internazionali. Sono
anni dei quali Marazzi
ricorderà anche lo
stimolante e piacevole
rapporto con numerosi
colleghi e amici, quali
Franco Pizzetti, Gian
Savino Pene Vidari,
Giuseppe Coscia,
Graziella Fornengo,
nonché le lunghe
trasferte nella bella
città marchigiana, e le
serate con il mitico
Rettore Magnifico Carlo
Bo, animatore di
incontri e conversazioni
indimenticabili.
Per il quadriennio 1964-68 è nominato membro del Comitato
consultivo per le
scienze giuridiche e
politiche del Consiglio
Nazionale delle Ricerche
(CNR), svolgendo
attività di istruzione e
di coordinamento delle
ricerche avviate nelle
materie
internazionalistiche.
Dal 1972-73 al 1976-77 è professore incaricato di diritto
internazionale pubblico
nella Facoltà di Scienze
politiche
dell’Università di
Torino, e dal 1973 è
“incaricato
stabilizzato”. Per
meglio inserire la sua
attività di professore
di diritto
internazionale nel
quadro di quella
facoltà, organizza
annualmente seminari
interdisciplinari di
relazioni
internazionali.
Il 22 dicembre 1976 la Facoltà di Giurisprudenza gli
conferisce l’incarico di
diritto internazionale,
e l’anno successivo il
professor Marazzi
trasferisce la propria
stabilizzazione in
quella Facoltà.
In quegli anni Marazzi è relatore al IX e al X Congresso
internazionale di
diritto comparato
(Teheran 1974, e
Budapest 1978).
Dopo la radicale riforma universitaria della legge 382 del
1980, con la prima
tornata di giudizi di
idoneità e con
valutazione unanime da
parte della Commissione
nazionale, il 16
febbraio 1983 diviene
professore associato di
diritto internazionale
nella Facoltà di
Giurisprudenza
dell’Università di
Torino. La Facoltà di
Scienze politiche
“mutua” il suo corso di
diritto internazionale,
fino al 1995. Dal 1983
assume anche
l’insegnamento di
diritto internazionale
privato e processuale
nella Facoltà di
Giurisprudenza.
Dal 1981 è eletto dalla Facoltà medesima membro della
Commissione di Ateneo.
Quando l’ateneo torinese attiva i corsi nella sede “gemmata”
di Alessandria, embrione
di quella che diventerà
l’Università del
Piemonte Orientale,
Marazzi si mette
generosamente a
disposizione, tenendo i
corsi di diritto
internazionale della
Facoltà giuridica (dal
1991).
Sempre in eccellenti rapporti con i colleghi delle Università
di Milano, di Pavia e di
Genova, viene chiamato a
far parte con loro del
Collegio dei docenti del
prestigioso dottorato di
ricerca dell’Università
di Milano.
Dal 1980 al 1987 è Vice Presidente e Segretario della Sezione
Piemonte della Società
Italiana per
l’Organizzazione
Internazionale (SIOI), e
dal 1987 al 1992 ne
diviene Presidente.
Quando lascia la
presidenza è nominato
Presidente onorario.
Affiancato dal Direttore
della Sezione Piemonte
della SIOI (e
coordinatore delle
Sezioni),
l’indimenticato dottor
Alfonso Bellando, guida
la Sezione, sviluppando
ulteriormente le già
numerose attività
formative. Le relazioni
annuali della Sezione
testimoniano la grande
quantità di interventi,
lezioni, conferenze che
lo vedono protagonista.
II professor Marazzi è socio dell’Institut de Droit Comparé di Parigi, e membro corrispondente
dell’Istituto spagnolo
di Scienze politiche.
Membro dell’Istituto internazionale di diritto umanitario
(Sanremo), partecipa
attivamente alla sua
vita, confermando
quell’impegno
nell’ambito del diritto
internazionale dei
conflitti armati che già
realizza con continuità
nella Scuola di
Applicazione. Nel 1998,
dopo una vita
interamente dedicata
all’università, lascia
l’insegnamento, che
passa a Edoardo Greppi,
suo allievo affezionato
e riconoscente.
Alessandro Marazzi, sposato con Maria Cristina Moroder e con
quattro figli (Lodovico,
Vittoria, Roberto e
Lucio), muore a Torino
il 2 aprile 2013.
Il professore Alessandro
Marazzi ha lasciato ai
suoi allievi e alle
migliaia di studenti che
hanno frequentato i suoi
corsi il ricordo di un
docente scrupoloso,
puntuale, rigoroso,
disponibile. Nei decenni
di assidua presenza
all’Istituto Giuridico
ha seguito e guidato il
lavoro di centinaia di
laureandi, ai quali non
ha mai lesinato il tempo
dell’ascolto, del
dialogo, dei
suggerimenti. L’uomo Alessandro
Marazzi ha lasciato uno
straordinario esempio di
garbo, di cortesia, di
mitezza, di stile del
gran signore,
accompagnati da una fine
arguzia e da un sorriso
amabile e generoso.
Come era tradizione tra gli internazionalisti del Novecento,
gli studi e gli scritti
di Alessandro Marazzi
sono dedicati a una
grande varietà di
argomenti, dal diritto
internazionale
“pubblico” in senso
stretto (il vero diritto
internazionale) ai suoi
ambiti settoriali
(l’organizzazione
internazionale, il
diritto diplomatico, il
diritto di guerra) e al
diritto internazionale
privato e processuale.
La prima monografia è su L’apolidia e il suo accertamento giudiziario (pubblicata nelle Memorie
dell’Istituto Giuridico
dell’Università di
Torino, 1958),
che
affronta un tema poco
studiato e, nel secolo
scorso, delicato. Dopo
aver esaminato le
nozioni di cittadinanza
e apolidia, l’autore
approfondisce i
connotati dello status di
apolide, con i connessi
problemi (molto
rilevanti negli anni
Cinquanta) del diritto
d’asilo. Da ultimo,
analizza le procedure
giudiziarie per
l’accertamento dello
status di apolide.
Immediatamente dopo segue un volume – sempre per la collana dell’Istituto – su I territori internazionalizzati. Dopo avere ricostruito i caratteri fondamentali dell’internazionalizzazione con riferimento ai rapporti tra Stato e territorio, sovranità territoriale come manifestazione della potestà pubblica dello Stato e come potere assoluto, autonomo e indipendente di organizzazione, Marazzi affronta il tema della natura giuridica di questi territori, che non sono soggetti di diritto internazionale, ma oggetto di una residua sovranità da parte del precedente Stato. Seguono puntuali analisi di elementi quali la disponibilità del territorio internazionalizzato, l’inappropriabilità, la temporaneità, la neutralizzazione. Marazzi si sofferma, poi, sul controllo internazionale e la relazione tra questo e i poteri di amministrazione. Nella seconda parte del volume, l’autore mostra lo spessore della sua conoscenza della storia (che, nel diritto internazionale, si presenta essenzialmente come prassi degli Stati). Analizza, infatti, con precisione i casi di internazionalizzazione totale (Togo, Camerun e Somalia, le repubbliche di Cracovia e delle isole Jonie, lo Schleswig Holstein, il territorio di Trieste, l’amministrazione degli alleati in Germania, i casi “in condominio” come Andorra, le isole Samoa, il Sudan anglo-egiziano, le nuove Ebridi, Moresnet, il Kuwait meridionale, Canton, l’isola dei Fagiani) e quelli di internazionalizzazione parziale (la Bosnia Erzegovina, la Sarre, l’isola di Creta, la Commissione europea del Danubio e le Commissioni fluviali internazionali, le concessioni di Amoy e di Shanghai, la città di Tangeri)
Nel 1965 Marazzi
pubblica un ampio studio
dal titolo
“Osservazioni
sul diritto
internazionale privato
delle organizzazioni
internazionali”,
cui fa seguito la
monografia Il
diritto internazionale
privato delle
organizzazioni
internazionali (1967),
nella quale mostra la
capacità di cogliere gli
aspetti più complessi
del rapporto che
intercorre tra il
diritto privato e le
organizzazioni
internazionali, soggetti
di un diritto
amministrativo
internazionale
caratterizzato da una
crescita quantitativa e
qualitativa senza
precedenti nella
comunità internazionale.
Nello stesso filone si
colloca l’articolo
“Diritto internazionale
privato e Comunità
europea”, pubblicato in
Il diritto dell’economia
nel 1962. In
particolare, in queste
opere Marazzi si
sofferma sul carattere
pubblicistico delle
norme di diritto
internazionale privato
nel sistema delle fonti
del diritto interno
delle organizzazioni
internazionali, nonché
sull’autonomia normativa
interna ed esterna delle
organizzazioni in tema
di diritto
internazionale privato.
Nel 1974 pubblica una monografia su “La proprietà internazionale”, che rappresenta un contributo
importante
all’approfondimento di
un istituto molto
particolare del diritto
internazionale. Lo
studio di trattati e
della giurisprudenza
internazionale (in
primis la sentenza
della Corte
internazionale di
giustizia nel caso
Cambogia-Thailandia
relativo al tempio di
Preha Vihear, 1962)
porta Marazzi a
concludere nel senso
dell’esistenza di una
norma di diritto
internazionale generale
–
formatasi per
consuetudine – che
tutela la disponibilità
e le vicende traslative
di beni, mobili o
immobili, degli Stati
quando siano siti fuori
del loro territorio, sia
in spazi nullius sia
nell’ambito della sfera
territoriale di Stati
stranieri. Quest’opera
monografica mette in
evidenza il grande
spessore culturale della
riflessione dell’autore,
nonché la sua profonda
conoscenza della storia
diplomatica (con la
quale anima anche i suoi
corsi di storia dei
trattati e delle
relazioni
internazionali). In
pagine dense esamina,
infatti, i riferimenti
imprescindibili:
sovranità, territorio,
proprietà, ripercorrendo
i passaggi fondamentali
della dottrina
dell’Ottocento, a
partire da una
confutazione della
posizione di Pasquale
Fiore, uno dei suoi
predecessori sulla
cattedra di diritto
internazionale
dell’Università di
Torino.
In tema di organizzazione internazionale, Marazzi dedica
alcuni lavori alla NATO,
a partire dall’ampio
studio su La NATO e la
giurisdizione degli
Stati membri, apparso
nella prestigiosa serie
Comunicazioni e studi
dell’Università degli
Studi di Milano
(1954). Segue, nel 1955,
“Considerazioni
sull’Organizzazione del
Patto Atlantico”, in La Comunità internazionale (la rivista della SIOI).
Numerose sono le voci enciclopediche (per Digesto e Novissimo Digesto, e per l’Enciclopedia
forense) di diritto
bellico (ora dei
conflitti armati), di
diritto diplomatico e su
altri ambiti del diritto
internazionale
“pubblico”,
quali “Combattenti”,
“Extraterritorialità”,
“Passaporti”, “Immunità diplomatiche”, “Regionalismo internazionale”,
“Ultraterritorialità”,
“Aggressione”.
La passione di Alessandro Marazzi per l’insegnamento si
manifesta nella sua
collaborazione per
lunghi anni alle varie
edizioni del manuale del
suo Maestro Giorgio
Cansacchi, Istituzioni di diritto internazionale pubblico, fino alla VI
edizione (Giappichelli
1979). Il manuale è
apprezzato per la sua
chiarezza, e per la
capacità di spiegare
agli studenti anche gli
istituti più difficili,
offrendo al contempo una
sintetica ed efficace
“overview” delle
posizioni dottrinali.
Anche i decenni di insegnamento alla Scuola di Applicazione
permettono a Marazzi di
scrivere manuali e
dispense di diritto
pubblico (come Elementi
costituzionali di
diritto militare,
1985), e il testo Nozioni di diritto bellico (Giappichelli, Torino 1985, e II edizione
1989, che reca la dedica
“ai miei allievi della
Scuola di
Applicazione”). In
questo volume tutti gli
istituti del diritto dei
conflitti armati e le
norme relative ai
crimini internazionali
sono presentati in
maniera chiara, precisa
e con dichiarata
finalità “formativa”.
L’esperto docente
dichiara, infatti, che
la conoscenza di questo
ambito del diritto è
“necessaria per i membri
delle forze armate,
chiamati a partecipare
ai conflitti. Si afferma
giustamente che
l’ignoranza della legge
penale non può essere
invocata a propria
scusa: il principio vale
anche per i crimini di
guerra. È da augurarsi
che tale conoscenza
renda la guerra più
umana e assicuri
l’applicazione in ogni
conflitto dei
fondamentali diritti
dell’uomo”. Questa è la
conclusione di un
professore appassionato
e animato da un robusto
radicamento della sua
missione formativa in un
solido sistema di
valori.